Non lontano dall’antichissima città di Satricum, dalle vigne che abbracciano gli antichi scavi, nascono i vini straordinari. Qui, a Le Ferriere, nel Agro Pontino, nel lontano 1967 Dino Santarelli fonda il Casale del Giglio.
Quante belle storie l’Italia conserva nella propria anima, storie di contadini, di passioni, dell’amore per la propria terra. Sacrifici immani, fatiche, sconfitte e vittorie. Tutto questo per lasciare un credo ai propri figli. Sempre con la speranza di una continuità.
Tra tante storie che ho conosciuto durante il mio percorso professionale e di vita ecco quella che mi ha affascinato in un modo per me inusuale. Sentite un po’.
Nel lontano 1914, esattamente il 5 marzo, ad Amatrice (ricordiamo tutti Amatrice, distrutta dal terremoto del 24 agosto 2016) inizia questa storia.
Davanti al notaio, Emidio, Isidoro ed Antonio Santarelli costituiscono la Ditta Berardino Santarelli e figli, che porta il nome del fondatore Berardino, mercante di vino. E fin qui tutto è normale. Andando più a fondo della storia di questa famiglia, scopro, e qui entriamo nel mio campo, che Dino Santarelli, figlio di Emidio, sposa la signora Ernesta D’Orazio. Dino nasce ad Amatrice, come abbiamo scoperto, da una famiglia dedita al commercio del vino. La moglie Ernesta, invece, apparteneva ad una famiglia che nei primi del 900 esportava formaggio Pecorino Romano oltre oceano.
Gli ingredienti ci sono tutti: Amatrice, vino e formaggio, cosa manca? Il guanciale, ovviamente. Ed è proprio ad Amatrice che nasce la vera Amatriciana, detta Gricia, allora senza l’aggiunta della salsa di pomodoro. Solo guanciale e pecorino con una piccola aggiunta di una salsiccia fresca, priva di aglio.
Adesso avete capito perché questa storia mi ha colpito! Ma andando avanti non finisce, ovviamente, con l’amatriciana.
Nel 1967 l’intraprendente Dino Santarelli fonda Casale del Giglio, a Le Ferriere, nell’Agro Pontino, non lontano dall’antichissima città di Satricum.
Antonio, figlio di Dino, da ragazzino trascorreva i fine settimana nella tenuta di famiglia, cimentandosi in corse con il motorino.
Con il passare del tempo, Antonio acquisì dal padre Dino la passione per la Terra, per l’uva, e a 25 anni iniziò a collaborare in azienda. Antonio intuisce grande potenzialità di questi terreni vergini, dove poter tentare, sperimentare, creare.
E così nel 1985, con l’aiuto di ricercatori universitari, dà vita ad un progetto molto ambizioso, una grande avventura.
Pone a dimora ben 57 diversi vitigni sperimentali, sia italiani che internazionali, supportato da un giovane Enologo, già in azienda, Paolo Tiefenthaler che ne diventa interprete. Un lungo e complesso lavoro di selezione per individuare i vitigni che meglio si adattano al microclima dell’Agro Pontino come ad esempio il Viognier e il Petit Manseng come bianchi, il Shiraz e il Petit Verdot come rossi. Grande attenzione è stata dedicata anche ai vitigni autoctoni del Lazio riscoperti in zone limitrofe come Biancolella di Ponza, il Bellone di Anzio, il Cesanese di Affile e di Olevano Romano e il Pecorino di Accumoli in provincia di Rieti.
Qui, dai 180 ettari di vigneto, dai vitigni autoctoni e internazionali, grazie alla professionalità e bravura dell’ Enologo Paolo Tiefenthaler, nascono più di venti etichette di grandi vini.
Mater Matuta, grande rosso, prende il nome dell’antica dea dell’Aurora, protettrice della vita, alla quale fu dedicato il tempio nell’antichissima città di Satricum, che sorgeva proprio sulla collina di Le Ferriere.
Gli scavi di questa acropoli, risalente al IX a.c. si trovano non tanto distanti dalle attuali vigne. Casale del Giglio, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, l’Università di Amsterdam ed i Comuni di Aprilia, Latina e Nettuno, segue da tempo il progetto archeologico di questa importantissima area, che ha portato scoperte di grande rilievo.
Ma torno a questo grandioso vino. Già il suo colore, rubino scuro, promette un grande carattere e ricchezza di profumi e sapori, affinati da un lungo invecchiamento, e ti fa sognare.
E poi altri rossi, Madreselva, Tempranijo, oppure i Cru, ognuno con la sua inconfondibile anima. Non da meno gli splendidi vini bianchi come il Radix, esclusivamente da antichissima varietà di uve Bellone, Faro della Guardia da uve Biancolella in purezza, Antinoo, il Satrico, tutti dai profumi inebrianti, e il rosato Albìola, che prende il nome da uno dei più antichi insediamenti del Lazio. È straordinario l’Aphrodisium da vendemmia tardiva, un nobile nettare, dolce e avvolgente, dai profumi di fior d’arancio e di pesco, con note di buccia d’uva, pesca sciroppata, agrumi e miele. Un trionfo!
E se tra questi vini vogliamo trovare abbinamenti giusti per i nostri formaggi? Un imbarazzo della scelta! C’è solo da divertirsi!
Casale del Giglio
Strada Cisterna – Nettuno Km 13
04100 Le Ferriere (LT)
Tel.: +39.06.92902530
info@casaledelgiglio.it
www.casaledelgiglio.